Quando nel 2007 arrivò nei cinema Enchanted – Come D’incanto, fu una bella sopresa per tutti. Si rivelò un film veramente ben scritto e divertente che poteva piacere sia ai fan delle commedie romantiche che ai fanatici Disney per la marea di citazioni ed omaggi, alcuni evidenti ed altri più sottili, all’universo di favole e fiabe reinventate nei decenni da Walt e i suoi successori.

Come altri film che hanno goduto di un successo e di una popolarità inaspettata, cresciuta negli anni, anche per Enchanted si e’ creata una fanbase che oltre a collezionare tutti i pochi, rari e costosi prodotti di merchandise, per anni hanno richiesto un sequel con tutto il cast originale. E dopo 15 anni, in una fase in cui lo studio è di nuovo a corto di brillanti idee, dopo i molto discutibili remake live action dei suoi film animati, ora punta ai seguiti di pellicole che sono diventati iconici da soli, come ad esempio Hocus Pocus, Sister Act, Princess Diaries arriva appunto Disenchanted, da mandare però in streaming sulla piattaforma Disney+ invece che nelle sale.

La cosa bella di questi sequel è che gli scrittori possono giocare con la trama senza essere accusati di fare aggiunte troppo dissonanti al film originale, come nel caso dei live remake. Cosi tra le fine del 2019 e l’inizio del 2020 un primo copione per il sequel di Enchanted era pronto e a marzo 2020 Alan Menken ha rivelato che stava scrivendo la musica per questo progetto intotato Disenchanted. Nei mesi successivi arrivarono le conferme che Amy Adams avrebbre ripreso il ruolo di Giselle e Patrick Dempsey quello di Robert, cosi come anche confermato il ritorno di James Marsden e Idina Menzel mentre Maya Rudolph sarebbe stata la nuova villain al posto di Susan Sarandon. Per il ruolo di Morgan cresciuta e’ stata invece scelta l’attrice di origini italiane Gabriella Baldacchino, ma la bambina del film originale, Rachel Covey, ora cresciuta anche lei, non è stata dimenticata e la vediamo in un cameo in una scena in costume, vestita da contadina.

Le riprese di Disenchanted iniziano a Wicklow in Irlanda il 17 maggio del 2021 in piena pandemia e si sono concluse a Giugno dello stesso anno anche se alcune scene sono state rigirate in Inghilterra a marzo 2022 dopo che alcune proiezioni test con pubblico avevano avuto reazioni negative. Da questo si capisce che nonostante si trattasse di una produzione non destinata alle sale cinematografiche l’attenzione e la cura del prodotto è stata molto alta.

E finalmente il 18 novembre 2022 Disenchanted debutta su Disney+ in tutto il mondo e per quanto ci riguarda il film è un degno sequel di Enchanted. Anche questo film è scritto molto bene e la trama scorre in modo perfetto. Giselle stufa della vita quotidiana a New York forza la famiglia a trasferirsi nei sobborghi, a Monroeville, cittadina ideale guidada da Malvina Monroe che subito diventa gelosa della bellezza e dei talenti di Giselle in puro stile Evil Queen.

Riguardo l’inizio del film, nonostante capisco che fosse necessario un breve riassunto del primo capitolo, usare lo scoiattolo Pip come narratore (in Enchanted c’era la perfetta Julie Andrews), non funziona proprio bene secondo me, visto che essendo lui protagonista anche di Disenchanted anticipa un po’ troppo il lieto fine ( anche se scontato) e a me ha dato lo stesso fastidio di vedere il Will Smith marinaio, padre e non più genio della lampada all’inizio di Aladdin live action. Si è scelta quindi la formula di un riassunto comico degli eventi in stile Olaf che non funziona del tutto, ma vederla realizzata in animazione 2D tradizionale, come le successive sequenze animate all’interno del film fà davvero un bell’effetto e ci rafforza la speranza che forse in futuro la Disney possa rifare almeno un film con l’animazione che l’ha vista nascere.

Tornando alla trama, Giselle non e’ contenta di come il “vissero felici e contenti” si sta sviluppando a Monroeville, visto che il marito costretto a fare il pendolare non c’è mai e la figliastra Morgan detesta la nuova vita e la nuova scuola, quindi in una mossa, conscia o meno da parte degli sceneggiatori, che ricorda molto quello che fà un’altra rossa di capelli, Wanda Maximoff in Wandavision, trasforma con la magia la cittadina in cui vive in un suo mondo ideale, dove tutti gli abitanti prendono un ruolo fiabesco, ma inevitabilmente ad un certo punto qualcosa comincia ad andare storto. Cambiare il mondo richiede talmente tanta magia che arriva da Andalasia, che questa rischia di sparire per sempre. La soluzione sarebbe revocare il desiderio, ma non non e’ possibile perche Giselle stessa si sta trasformando in una matrigna cattiva ispirata a Lady Tremain e quando ha ancora un pò della propria coscenza non ha più disponibile la bacchetta magica con cui ha esperesso il desiderio, rubata dalle scagnozze di Malvina che a sua volta si trasforma in Regina Cattiva di Biancaneve. Ovviamente ci sarà un lieto fine che come nel primo film ha un climax in un ballo in costume ed è sviluppato anche qui molto bene.

E come nel primo film ci sono molti rimandi ai film classici della Disney, nelle battute, nei modi di dire e nei colori dei vestiti dei protagonisti. Visto che Malvina diventa Evil Queen, ad un certo punto la vediamo chiedere ad uno specchio magico, identico a quello del classico del 1937, la famosa frase “specchio delle mie brame“. Le sue scagnozze invece sono chiaramente ispirare, anche per i colori dei vestiti, alle cattive sorellastre Anastasia e Genoveffa, mentre le tre fate giardiniere sono Flora, Fauna e Serenella. L’orologio che sancisce la mezzanotte in Cenerentola anche quì ha la sua importanza. La stessa Giselle, nel momento in cui decide che da matrigna vuole diventare regina cattiva, indossa un abito con i colori di Grimilde e con collo con piume di pavone che erano situate dietro il trono di quest’ultima nel film animato.

Per quanto riguarda le citazioni, nel film in lingua originale sono più chiare e molte si sono purtroppo perse nel doppiaggio italiano nel quale chi ha adattato i dialoghi non è sicuramente un cinefilo Disney. In particolare Giselle che mentre parla con Pip trasformatosi in gattone cattivo, che visivamente è un richiamo a Lady Tremain e Lucifero, lo chiama più volte “my pet“, che è una chiara citazione di Malefica con il suo corvo Diablo, e quindi rispettando il doppiaggio classico de La Bella Addormentata Nel Bosco, avrebbe dovuto essere adattata con “mio diletto” invece che “mio animaletto”

Ma a parte qualche piccola pecca sull’adattamento dei dialoghi e delle canzoni, il doppiaggio italiano è davvero di grande qualità. Ilaria Latini, ormai voce ufficiale di Amy Adams, torna come Giselle nella parte parlata e confermata anche Giulia Ottonello, la brava cantante che la doppiava nella parte cantata. Idina Menzel riprende la voce recitata del primo film di Laura Lenghi (per Disney già voce della Mulan classica) e Claudia Paganelli nelle canzoni, liberandola finalmente dalla presenza di Serena Autieri che per “colpa di Elsa” era stata chiamata a doppiarla in toto per la Cenerentola di Amazon Prime dello scorso anno e che non si era rivelata all’altezza in quel progetto. Laura Romano è la scelta perfetta per la regina cattiva Malvina, dato che è stata anche la voce di Regina (Lana Parrilla) in Once Upon A Time mentre Emanuela Ionica, nonostante forse abbia una voce un pò troppo adulta per una teenager, fa un buon lavoro su Morgan.

Anche in Disenchanted una buona parte la gioca la musica di Alan Menken e Stephen Schwartz. In questo sequel ci sono sette nuove canzoni ed una score con richiami ad Enchanted ed arrangiamenti ispirati alle classiche canzoni Disney degli anni quaranta e degli anni cinquanta. Per quanto riguarda le canzoni Menken ha omaggiato Schwartz nella ballata Love Power con dei richiami a Defying Gravity la canzone del musical Wicked ( composto da Schwartz). Grazie a questa canzone la Menzel e Stephen Schwartz si riuniscono dai tempi di Wicked. Love Power ha il potenziale per diventare una nuova canzone classica Disney, come Let It Go di Frozen della stessa Menzel e di cui nel testo c’è anche un sottile richiamo quando dice “let it grow/let it glow”.

La grande e vera sorpresa della colonna sonora è però la orecchiabilissima Badder cantata da Amy Adams e Maya Rudolph nella quale Menken si è musicalmente autocitato, visto che riconosciamo note e stile di Poor Unfortunate Soul di Ursula e Friend Like Me del Genio, ma in versione “sexy rumba” come da lui stesso definita. Divertente nominare Malefica e Crudelia nel testo quando si dice che in una storia non ci possono essere due cattive contemporaneamente.

La canzone migliore di Amy Adams e’ senza dubbio Fairytale Life (The Wish) , classico momento in cui i protagonisti dei musical tristi e disperati del proprio presente esprimono un desiderio per un futuro migliore. Scritta quindi con questo scopo, ma certamente non all’altezza di canzoni che svolgono lo stesso compito come Part Of Your World (che ricorda in alcuni tratti sia musicalmente, che come Giselle parla a Pip col tono di Ariel) o One Jump Ahead di Aladdin Fairytale Life rimane comunque un momento musicale molto potente ed emozionale con una performance vocale di Amy Adams molto valida.

Non tutti i temi sono purtroppo memorabili e qualcuno è particolarmente intricato melodicamente, ma forse è dovuto al fatto che gli autori hanno scritto non per gli attori ma per i personaggi e per la storyline, quindi le canzoni funzionano poco fuori dal contesto della storia. Niente che non si possa aggiustare con una “pop version“, come hanno fatto con Love Power, ricantata come tema di chiusura sui titoli di coda con qualche parola del testo modificata e che come annunciato da Idina Menzel dai suoi social, è il singolo che accompagna il film sulle piattaforme musicali.

Love Power è indubbiamente la canzone di punta di questa soundtrack insieme a Badder e sono contento che sia stata affidata a Idina, che si riprende la sua rivincita visto che l’unica canzone che cantava in Enchanted era stata tagliata in sede di montaggio finale.

In conclusione sia DisenchantedCome Per Disincanto, è molto divertete e godibile, con momenti brillanti e intelligenti come l’originale. Un ritorno al passato fatto come si deve e che dovrebbe ricordare allo studio che l’ha prodotto che la magia creata nell’arco di cento anni andrebbe solamente celebrata e non cambiata o alterata.